lunedì 11 gennaio 2016

Il Virtual Boy nell'anno 2016 (Oculus Rift, Playstation VR e gli altri)

Il Virtual Boy nell'anno 2016 (Oculus Rift, Playstation VR, Microsoft Holo Lens e gli altri)




Gentaglia e Cavernicoli come va?

Una delle notizie più importanti  di questi giorni come avrete letto (se ci seguite anche su Facebook e Twitter)  è stato  l'annuncio del prezzo di mercato di Oculus Rift, piazzato in pre-order alla modica cifra di 599 Baiocchi Americani.
A questo prezzo sono ovviamente da aggiungere le spese di spedizione e l'hardware necessario per farlo funzionare a dovere (se non doveste avere un PC all'altezza di Occhiolus per 1.499 Baiocchi Americani è  disponibile anche il bundle all inclusive).



Ne approfitto per ricordarvi le specifiche tecniche necessarie per poter utilizzare Oculus Rift:

  • Scheda video: NVIDIA GTX 970 / AMD R9 290 equivalente o superiore;
  • Processore: Intel i5-4590 equivalente o superiore;
  • Memoria RAM: 8GB o superiore;
  • Output: Uscita HDMI 1.3;
  • Input: 3 porte USB 3.0 più una porta USB 2.0;
  • Sistema operativo: Windows 7 SP1 64 bit o più recente.

Vi avviso subito che questo non vuole essere un articolo tecnico, che lascerò fare al mio esimio socio Lord Gabo (contaci NdG), ma solo delle mie considerazioni personali.

A quanto pare, secondo le ultime indiscrezioni,  anche il costo del Playstation Vr di Sony si aggirerà intorno a quella cifra, quindi il domandone iniziale/finale è :

"Che ne pensate?
Vi sembrano soldi spesi bene?"

Sinceramente credo che 600 eurodollari per un add-on siano una cifra importante (per non dire assurda, ma voglio rimanere tranquillo), soprattutto per una tecnologia che anche se spettacolare, probabilmente non andremo a sfruttare a dovere, almeno per quello per cui è stata creata (un uccellino mi ha detto che viene usato già per alcuni anche film osè.. avrei paura su certe inquadrature ravvicinate)

La sensazione è che attualmente queste periferiche siano gli oggetti del momento, una moda, come lo è stato il periodo  kinekt, ps move, wii, in pratica siano quello che ci vogliono vendere a tutti i costi come un innovazione fantastica e che sconvolgerà il mondo ma che probabilmente potrebbe rivelarsi anche un sistema di gioco stabile come un casello di carte.

Quanti di voi hanno un televisore 3d e lo sfruttano sempre per tutti i prodotti compatibili? E quanti di voi giocano con gli occhiali in 3d su monitor e giochi che ne danno la possibilità (ormai da anni)?

Credo sinceramente che nessuno alla fine della fiera utilizzi la tecnologia 3d assiduamente (almeno per come è concepita oggigiorno), seppur questa tecnologia è sempre rimasta nell'immaginario collettivo di tutti gli amanti del multimedia in generale.








Come chi ci segue sa,  noi che scriviamo sulla Uriel's Cave possiamo essere definiti tranquillamente videogiocatori di vecchia data, dei dinosauri se volete, cresciuti a pane Commodore, in periodi che sembrano ormai lontani anni luce.

Già in quelle ere, si fantasticava sull'evoluzione dei videogiochi, pensando a grafiche da "cartone animato" o al "fotorealismo".
Ci si immaginava come un giorno si potesse arrivare ad entrare "dentro" al videogioco, a ricreare una realtà virtuale.

La pellicola cinematografica Tron del 1982 è ovviamente l'esempio più calzante di quello che la nostra generazione immaginasse,  ma con il passare degli anni il cinema iniettava nei futuri nerd nuove idee sulle quali fantasticare, da "Il Tagliaerbe" a "Jonny Mnemonic", passando per i "V.R. Troopers" e tanti altri.




è forte con il guanto magico, citazione ambigua
che qualcuno di voi riconoscerà
Naturalmente ci si metteva anche l'industria che più amavamo ad inventare e vendere periferiche per la "realtà virtuale" casalinga:


Nintendo con il suo "guanto magico"  il Powerglove,  la Sega con il Sega VR ed altri di cui ricordo la presenza ma non il nome (colpa degli anni che passano NdG), più tutta una serie di cose astruse da sala giochi (ovviamente non italiane) fino ad arrivare al Virtual Boy sempre della Nintendo, che doveva offrire un esperienza portatile di realtà virtuale e 3d uscito a metà degli anni 90.
Trova l'intruso



Ovviamente nulla di tutto ciò e mai andato a buon fine, a causa principalmente una tecnologia ancora lontana dal poter offrire quanto promesso e soprattutto molto acerba con prodotti che sembravano lanciati sul mercato quando ancora per essere buoni dovevano essere in fase di beta testing.

L' esempio lampante è del già citato Virtual Boy capace di creare sensazioni che nemmeno un post sbronza che ti fa svegliare nel letto con Malgioglio truccato da Totoro.

La moda della realtà virtuale per un pò di anni è passata in secondo piano, se ne sentiva parlare attraverso comunicati, notizie, ma solo il cinema portava avanti il sogno (come non citare Matrix?), fino ad arrivare a qualche anno fa in cui si iniziarono a vedere le prime immagini del prodotto di Oculus.

Il resto ormai è storia, le periferiche sbarcheranno sul mercato quest'anno e qualche fortunato ha anche già avuto modo di provare qualcosa, come lo Zio Uriel in una visita al Vigamus (fighissimo sia il visore che il museo).

Continuo a chiedermi se i tempi siano maturi per questo genere di prodotti,  come dicevo sono anni che parliamo di VR e sicuramente vorremmo tutti avere in casa il nostro bel cascone, ma la gente è davvero pronta?

Ricordo quanto sembrava spettacolare l'idea del Kinect di Microsoft, e come lo stesso abbia fallito non una ma già due volte.
Se prendiamo in considerazione Oculus ad esempio, le specifiche chiariscono che per avere un'esperienza ottimale bisogna almeno possedere un PC da 2000 € e non bisogna sottovalutare che ci vorrà del tempo prima che venga prodotto qualcosa veramente ottimizzato per la periferica.

Oltretutto a quanto sembra, non sarà un prodotto da utilizzare in modo continuativo, molti utenti che hanno testato vari visori in stato di produzione si sono lamentati principalmente delle sensazioni di nausea, senza pensare inoltre ad una certa "fragilità" costruttiva, che porterà a dover smontare e riordinare la periferica alla fine di ogni utilizzo per poi ritirare fuori tutto per la volta successiva.

La mia opinione è che per questa generazione i VR rimarranno degli sfizi per pochi utenti, anche se visto il successo che sta facendo l'Elite Controller di Xbox One (venduto a 150 €) potrebbe anche vendere miliardi di pezzi e smentirmi beatamente.

La verità è che sono un giocatore all'antica, voglio il mio pad (a morte il maledetto wiimote) e soprattutto sono un sostenitore del multiplayer da divano con gli amici, anche se purtroppo non lo si fa quasi più e mi immagino quanto ci si possa "allontanare" ancora di più avendo tutti un casco in testa che ci isola (immagino la felicità di una moglie vedere il marito indossare casco e altri gingilli e poi sbracciarsi per la stanza dopo cena).


Sarebbe interessante fare una carrellata dei visori in sviluppo, ma per quella passo la palla al nostro "tecnicissimo" Lord Gabo (contaci x2 NdG), che sono sicuro vi sazierà con informazioni e curiosità.




E anche per oggi ho detto la mia.

Alla prossima Cavernicoli!
Stay Tuned






sabato 9 gennaio 2016

"That Dragon, Cancer" Un'esperienza commovente

That Dragon, Cancer

Un viaggio poetico in un dramma che non vorremmo mai personalmente vivere..



Fede, speranza, amore, dolore e commozione probabilmente riuscirebbero a descrivere le sensazioni che proverete durante questo viaggio.

"That Dragon, Cancer" è un prodotto struggente ed atipico, basta guardare il trailer di lancio per rendersi subito conto che abbiamo a che fare con qualcosa di diverso, qualcosa che è destinato a lasciare profonde trasformazioni nell'animo di chi decide di viverlo.
Ci sono molti altri titoli che immedesimano il giocatore, ma TDG non appartiene a nessuna cosa vista finora, lo fa in una maniera particolare e toccante attraverso un intrattenimento non usuale, che ci metterà nei panni di un genitore con un figlio malato di cancro terminale. 
Vivremo una storia reale e tragica, quella della Famiglia Green e di suo figlio Joel morto a soli 4 anni stroncato dalle sofferenze di una terribile forma di cancro al cervello e staremo con lui fino alla sua fine.



Il videogioco, anche se fatico a definirlo tale, ma tecnicamente lo è, ci metterà in condizione di vivere con gli occhi del padre di Joel l'evolversi del dramma per il loro bambino in lotta contro la malattia, non avremo punti da ottenere e non avremo bisogno di abilità particolari. Più che un gioco sarà un'esperienza visiva, interagiremo con i personaggi ed effettueremo determinate scelte molto simili a quelle dovute affrontare nella realtà dalla Famiglia Green, compreso il prendere conoscenza della malattia del piccolo e delle nuove responsabilità dovute da questa tragica situazione.

Vi starete chiedendo perché creare un videogioco del genere, così triste.

E' quello che inizialmente mi sono chiesto anche io, ho provato subito un forte senso di smarrimento nel vedere i video sul web e nel conoscere le meccaniche di "That Dragon, Cancer" e non ho potuto che pensare al mio piccolo bambino, ed ho capito. Questa non è una subdola operazione commerciale, ma un omaggio,  una sensibilizzazione ed un atto di coraggio che la famiglia del piccolo ma grande Joel vuole trasmettere durante le circa due ore di immersione in quella che è stata l'esperienza che ha cambiato le loro vite.




Con "That Dragon, Cancer" probabilmente è cominciato un nuovo modo di produrre opere videoludiche, di titoli capaci di trasmettere qualcosa di più profondo e non necessariamente di ludico, creazioni come queste trasmettono emozioni che probabilmente anche una pellicola cinematografica faticherebbe a ricreare, per una volta si lasciano i meriti del giocatore da parte, e quasi da spettatori i veniamo indirizzati in una sorta di multimedia interattivo coinvolgente come pochi, e capace di toccare le corde più profonde del nostro essere.

E' inutile dirvi che TDC non può e non deve essere usufruibile da tutti, ma mi auguro che possa riuscire nell'intento di far ricordare del piccolo Joel a quante più persone possibili ed a quanto dovremmo farci forza anche quando la vita ci mette davanti a delle situazioni davvero difficili da affrontare.

Qui trovate il sito del gioco dove potrete leggere la storia del piccolo Joel Evan Green e quello della famiglia.




venerdì 8 gennaio 2016

Ignorant Movies: The Mist

Ignorant Movies: The Mist

Nuovo appuntamento con la rubrica Ignorant Movies con un film tratto niente popò di meno che da un libro di Stephen King


Gentaglia e Cavernicoli come va?

Siete tornati al lavoro? 
Vi siete gia iscritti in palestra decisi a perdere i kili presi in questi giorni di grandi abbuffate?

Oggi lo Zio Uriel è qui per parlarvi ancora di perle cinematografiche.

Grazie ai sempre più comodi servizi di streaming e ai loro suggerimenti anche per un cavernicolo come me è più semplice scoprire delle perle che altrimenti passerebbero inosservate ai miei bulbi oculari.

Un paio di giorni fa Netflix mi fa mi proponeva tra i consigli:



The MIST

Nella descrizione di Netflix si legge una cosa del tipo "nebbia assassina" e che è tratto da un romanzo di Stephen King.

Non conosco il romanzo, ma decido di guardarlo, il discorso nebbia assassina mi ricorda il mio primo volume di Ushio e Tora e visto che c'è King di mezzo il film mi incuriosisce.




Non avendo più voglia di giocare a Fallout 4 decido quindi di spararmi quello che so già sarà un film che mi darà grandi soddisfazioni (ovviamente non di quelle positive), nonostante i commenti più che positivi che ho letto su internet (pare che lo stesso King abbia promosso il titolo come la sua trasposizione cinematografica preferita).






Volete sapere comè andata?
Continuate a leggere, ma attenzione che non potrò esimermi da qualche spoiler !

Il film inizia nel solito paesello montanaro degli USA (tipo Arkansas/Wyoming/Sezze).
Un'allegra famigliola si gode la sua casa sul lago quando ecco che in lontananza si vede un nebbione enorme che si avvicina.
Non facciamo nemmeno in tempo a fare la conoscenza del nostro eroe che sentiamo un gran casino.
Altri non è che il vicino antipatico che è riuscito nell'impresa di abbattere una sequoia sopra la sua auto.
Scopriamo quindi che il protagonista e lo sveglione qui sopra hanno dei trascorsi turbolenti, ma il nostro eroe porge il ramoscello d'ulivo e si offre di accompagnare l'odioso dirimpettaio ad un negozio per comprare non so che cosa, viaggetto in cui decide di portare anche il dolce figlioletto per comprargli delle leccornie.

Appena arrivati al megastore le cose iniziano subito a farsi complicate.
La nebbia si avvicina e comincia a circondare l'edificio (qualcosa mi ricorda Silent Hill ma non saprei cosa NdG).
La gente inizia a preoccuparsi nel momento in cui alcune persone avvolte dalla foschia iniziano ad urlare. 

"Chiudete tutto! Non fate entrare la nebbia!", urla il nostro eroe che evidentemente non è mai stato in Val Padana,  e tutti concordano sul fatto che far entrare una nube spessa tipo meringa non sia il caso.

"Sono stati quei bastardi della fabbrica" dicono alcuni.
"No sono gli inceneritori" rispondono gli altri.
"Sono stati gli zingari" si sente dal fondo.

La gente inizia a preoccuparsi, una signora in lacrime chiede se qualcuno può accompagnarla a prendere la figlia ma ognuno pensa alla pellaccia propria, compreso il nostro protagonista che con un: "Signora anche io ho un figlio a cui pensare, e poi ho il ginocchioche fa contatto col braccio" se la svigna allegramente.

Non sanno però che quella signora è Carol di "The Walking Dead", la Carol della serie TV e visto che già ha il taglio di capelli della sua versione Commando decide di andare da sola, sfanculando la nebbia assassina.

Da qui in poi il film inizia a tirare fuori un mix di stereotipi, luoghi comuni e momenti assurdi (non che prima fosse molto meglio). 

  • Abbiamo il vicino stronzo (d'altronde quella è la sua parte NdG) che convince un pò di gente che gli allarmi del nostro eroe sono solo delle burle messe in atto con quelli della sua "cumpa" per fargli fare la figura del cioccolataio visto che lui non è del luogo (e loro sono tutti leghisti) e decide di andarsene con il suo gruppetto dando del bugiardo al protagonista e minacciandolo di denuncia.
  • Abbiamo l'esaltata religiosa che inizia a fomentare tutti sulla fine del mondo e le piaghe inviate da un Dio alquanto incazzato.
  • Abbiamo l'uscitona all'aria aperta per recuperare medicine per il povero ferito che si è appiccato fuoco da solo
  • infine le classiche morti per incapacità come la già citata autocombustione o quella derivata dalla difficoltà di riuscire a chiudere una serranda

Ok già so che di avervi convinto a vedere il film, tutte cosine gustose, ma ancora non vi ho parlato di cosa si cela dietro al misterioso nebbione .

Ed è qui che dei bei "mostrilli insettoidi" faranno la loro comparsa a metà film, visto che, sorpresone, sono stati liberati da un esperimento militare sulle dimensioni parallele andato a quanto pare molto male.





Vi prego di notare il commento nella copertina del dvd "One Of The Most Shocking Ending Ever". 
A me è parso tutto parecchio telefonato, ma poi solo nell'ultima scena ho capito la chiave di lettura:

Bisogna sempre stare con Carol.



























Come vi ho detto cavernicoli, il film ha avuto delle buone recensioni ed effettivamente si lascia guardare senza annoiare, la nebbia è un bell'espediente, che conferma la regola del "fa più paura quello che si intravede che quello che si vede", ed il regista non è nemmeno l'ultimo degli stronzi
Probabilmente a molti di voi piacerà pure, ma il sottoscritto l'ha trovato troppo prevedibile compreso, per quando bad ending, anche il finale a sorpresa.

Alla fine se avete un paio d'ore libere vi consiglio di vederlo, anche solo per farmi sapere che ne pensate.

Due su cinque punti Puffin della nuova scala di valutazione della Grotta!



Direi che anche per oggi è tutto cavernicoli


Alla Prossima!
Stay Tuned!


mercoledì 6 gennaio 2016

La Serie NBA 2K Sport è davvero così difficile?

La Serie NBA 2K Sport è davvero così difficile?

Ovvero come intraprendere la carriera cestistica nel modo sbagliato


Bello ed affascinante il Basket no?
A dire il vero non è mai stato il "mio" sport preferito, ma saltuariamente mi è capitato di aver attraversato dei momenti di breve ma intenso coinvolgimento che però non hanno mai reso il sottoscritto, per dirla alla Benni, un "Tennico da Bar" della pallacanestro.
La vittoria della Dinamo Banco di Sardegna nello scorso campionato italiano ha fatto rinascere in me una voglia che non provavo dai tempi di Holli e Benji per il calcio, di Jenny la tennista per il tennis, di Lotti per il golf, di Mila e Shiro per la pallavolo di... ok la finisco.
Ma perché tutto questo farfugliare senza senso? 
Sapete benissimo come l'entusiasmo per lo sport, il cinema o i fumetti poi vada a ricadere, quando si è nerd inside, nella ricerca di una controparte videoludica da poter giocare.
Ed è qui che entra in campo la serie 2K Sports, che personalmente ho amato alla follia con la serie ormai defunta dedicata al football americano (Nfl 2k5 Never Die) ma che negli ultimi anni è passata agli onori della stampa grazie al franchise Nba 2K definito all'unanimità il punto di riferimento dei giochi di basket.

Nba 2K16 è il non plus ultra dei giochi di basket, ogni testata giornalistica lo ha lodato mettendolo sempre una spanna sopra al suo diretto concorrente Nba Live di Ea Sports, che nella sua ultima reincarnazione ha ricevuto nonostante tutto, delle buone critiche soprattutto confrontate con la sua stessa versione dell'anno precedente che aveva fatto pensare anche ad un abbandono delle licenze da parte di Ea per i giochi di pallacanestro.

Ma veniamo al titolo al centro di questo post, se avete già letto le recensioni del gioco avrete sicuramente notato che l'unica pecca del titolo, a detta degli esperti del settore, è la curva di apprendimento definita particolarmente ripida per i novizi.
"Caspita" mi sono detto: "Questi sono sempre esagerati, stai a vedere che fanno un titolo che non può essere giocato da tutti, ok, non conoscerò tutte le regole ma penso che potrei dire la mia e riuscire a divertirmi lo stesso".
In effetti le mie esperienze con la pallacanestro virtuale sono particolarmente acerbe, in passato ho solamente schiacciato dei pulsanti qua e là in qualche versione primordiale di Nba Live ed Nba Jam, giochi per lo più mi catturavano principalmente per l'impatto grafico.
Il basket virtuale per tradizione, è sempre stato graficamente appagante ma un po' subdolo per quanto concernesse l'intelligenza artificiale ed il gameplay, non si riusciva mai a capire dove iniziasse la sfiga e dove finisse la bastardaggine del computer. Ma gli anni passano si sa e nessuno serba rancore ed ignorando le sirene sulla difficoltà mi sono accaparrato Nba 2k16 alla prima occasione utile.


Ah i bei giochi di una volta..

Completata l'installazione (..ah le vecchie care cartucce...) e registrato il mio profilo (ah i bei vecchi tempi dove bastavano 3 lettere) sono sceso subito in campo per una partita, prontamente persa, seguita da una seconda e da una serie che tutt'ora non è ancora andata in positivo.

Va bene, devo ammettere che avevano ragione i recensori e quindi dopo l'aver constatato con mano la difficoltà palese per un nabbo come me, sono andato a ripassarmi un po' di regole e di schemi per capire bene cosa potesse essere ALMENO un pick n roll. Forte delle mie nuove conoscenze, ho deciso quindi di creare il mio alter ego virtuale per intraprendere la modalità carriera (che merita un approfondimento).


Partiamo con l'esperienza della creazione dell'alter ego con Kinect che definirei tragicomica.
Il gioco infatti ci permette di creare il giocatore con le nostre sembianze direttamente tramite una cam, una modalità che avevo utilizzato anche con Fifa 14 ma con una tecnica ben diversa, forse più spartana, ma di sicuro molto più efficace. Nel gioco EA bastavano 2 foto, una di profilo ed una frontale da inviare ai server per avere un effetto più che soddisfacente. In Nba 2k16 invece ci dovremo mettere davanti alla webcam in condizioni di luce perfette e muovere la testa a destra e sinistra in maniera perfetta per ottenere una copia virtuale quanto mai più simile alla nostra controparte reale. Questo sicuramente era l'intento dei programmatori, ma nella realtà dopo 100 scansioni e tante ore impalato davanti alla telecamera tutte le foto assomigliavano a qualcosa del genere:


Che dire il bello di esser brutti..



Scartate le mie versioni da alieno asiatico o deforme sono riuscito solo dopo una decina di giorni ad ottenere qualcosa che sembrasse almeno una persona rinunciando ormai del tutto alla speranza che ci potesse essere una somiglianza con il sottoscritto.
Ma vediamo di descrivere il film all'interno
della tanto decantata modalità My Career che sarebbe dovuta essere il fiore all'occhiello di questa versione. Per farla breve la novità di questa versione sono i video tra una partita e l'altra girati da Spike Lee con il nostro mostro, cioė, il giocatore come protagonista. Idea molto interessante ma gestita in maniera molto strana. Infatti noi siamo il tipico ragazzo del Bronx che si fa strada grazie ai suoi meriti sportivi con le solite amicizie scomode e scelte drastiche da effettuare sin dalla scelta del college. Tutto molto interessante ed un po' scontato,  peccato però che qualsiasi sia il colore della pelle del vostro giocatore, bianca, gialla, nera, olivastra, o blu, la vostra famiglia sarà sempre di colore, non per essere razzista, ma almeno citare che possa essere adottato visto che la mia controparte è bianca come un foglio di carta!
Superato anche questo trauma finalmente riesco a diventare un giocatore professionista nonostante continui a fare schifo e giocare pochissimo. Una cosa da tenere in considerazione in questa modalità saranno infatti i minuti di gioco che ci verranno garantiti sul contratto. Inoltre altra pecca di questa modalità è la lentezza generale nei momenti "morti", pensate che tra il primo e secondo tempo c'è sempre il briefring con l'allenatore che dovrete aspettare obbligatoriamente per poi skippare senza pietà.
Sinceramente alla fine della fiera il gioco è davvero ben fatto, ci sono anche le squadre di Eurolega, motivo che mi ha spinto all'acquisto, ma non c'è il campionato europeo in via ufficiale, dovrete crearne uno vostro selezionando le squadre ed inventandovi qualcosa di simile (voglio lo Shohoku! NdUriel)




Le modalità online sono totalmente da evitare se siete dei novizi e purtroppo se non avete la tempra di chi ha la capacita di finire Toki con un gettone, ve ne sconsiglio infine l'acquisto perché potrebbe essere uno di quei giochi che andrebbe a prendere polvere sullo scaffale o per essere più moderni ad occupare giga preziosi sul vostro hard disk. 
Inutile dirvi che quando capita di vincere,  la vittoria in questo gioco ha tutto un altro sapore!

Ciao a tutti!






martedì 5 gennaio 2016

Ignorant Movies: San Andreas (ovvero Rock Bottom su uno Tsunami)

Gentaglia e Cavernicoli come va?

Avete mangiato come se non ci fosse un domani?
Avete iniziato il nuovo anno con una lista di buoni propositi da disattendere?



Le feste di Natale sono ormai agli sgoccioli, domani sarà l'epifania che tutte le feste si porta via e fa tornare i clienti scassazebedei dalle vacanze, e sarete costretti a togliere l'albero (sempre che come lo zio Uriel non vi siate scordati di farlo quest'anno) e pensare che non ci saranno giorni festivi fino a pasquetta.







Ma non pensiamo alle cose tristi e rimembriamo le cose belle, il tempo libero che ci siamo goduti, le vacanze passate (per chi le ha fatte) e i chili presi.

Molti di voi ne avranno approfittato per spaparanzarsi sul divano, troppo pieni di cibo anche per tenere in mano un pad e quindi si saranno dati alla tv.

Cosa che ha fatto anche lo Zio Uriel, approfittando di sistemi come Netflix ed Infinity (quando quest'ultimo si decideva a funzionare).

Uno dei film prescelti è stato :


San Andreas con The Rock!

Da amante dei disaster movies e fan sfegatato di The Rock  "Lo zio" non poteva esimersi dalla visione del lungometraggio diretto da Brad Peyton già regista di non so cos'altro (dalla regia mi dicono Viaggio sull'Isola Misteriosa sempre con The Rock).

Certo non un film su cui spenderci soldi al cinematografo, ma recuperato "così a casa per caso" e messo su Infinity il 1° Gennaio...

La storia in breve parla di un vigile del fuoco (The Rock) specializzato in salvataggi estremi, alle soglie del divorzio dalla moglie (che nel frattempo frequenta un mega riccone) e con una figlia in versione supertopolona (Alexandra Daddario).

Un gruppo di sismologi trova il sistema per capire in anticipo quando avverranno i terremoti e guarda caso scoppia l'inferno.


Da li in poi Los Angeles sarà ovviamente devastata da terremoti con annessi tsunami e vedremo il nostro sempre più enorme eroe impegnato nella ricerca del bel pezzo di figliuola in giro per la città distrutta.
A condire il tutto ovviamente, la nascita di nuovi amori,la riscoperta di vecchi, e il (quasi) cattivo pusillanime.

Semplice e scontato? No di più!





Certo la trama è una cosa trita e ritrita, ma questo film mette subito in chiaro le cose dopo meno di 10 minuti.
La regola è solo una:  "qui regna l'ignoranza" e la devastazione inizia da subito, niente macchinazioni, gombloddi o pernacchie. 

In un tripudio di miccette sempre accese San Andreas esplode tutto il suo arsenale di effetti speciali, voragini che si aprono, palazzi che crollano ed esplodono e The Rock (solo un cazzottino messo li come minimo sindacale) che non picchia ma spruzza testosterone dalla tv.

Ecco due dei motivi per cui vedere il film
Il film va avanti così tra i muscoli del nostro eroe (in una scena si nota come il suo braccio sia praticamente grande come la Daddario), le tette della Daddario che sballonzolano, una gran sequenza di scene surreali, fino al lieto fine.








Che poi lieto fine tra la devastazione di una città e la morte di "millemilioni di persone" che nemmeno gli attacchi alieni su Tokio.

Che dire, sicuramente non un capolavoro, anzi a dirla tutta sembra quasi un film dell'Asylum con un budget multimilionario e proprio per questo alla fine ho sperato nel gran cameo, il crossover con Sharkanado e l'apparizione di  Ian Ziering (?) con tanto di motosega a salvare The Rock da uno squalo, il quale prontamentamente gli avrebbe restituito il favore schienando Squalo di ferro (il Pirana)  giunto direttamente dall'Uomo Tigre.































Un sogno che purtroppo rimarrà irrealizzato.

Tutto sommato San Andreas è un film abbastanza inutile ma che se preso con il giusto spirito o con abbastanza alcool in corpo  può offrire un oretta e mezza di pura e piacevole ignoranza.

Con questo credo di avere detto tutto!

Alla prossima Cavernicoli!





sabato 2 gennaio 2016

Doraemon il Film e la tristezza dentro di me!

Doraemon "Il Film" e la tristezza dentro me!

Cosa? Il film con il Super Telegattone? Non proprio ..


Aloe vera a tutti cari avventori della Uriel's Cave, oggi si parla cinematograficamente di Doraemon Il Film.
Fresco e asciutto della sua visione, sono pronto (con ancora un velo di malinconia residuo) a raccontarvi le mie sensazioni riguardo la suddetta pellicola.
Doraemon non è mai stato il mio gatto preferito appartenente al mondo dei cartoni animati, anzi se dovessi stilare una personalissima classifica felina, lo collocherei dietro a Giuliano di Kiss Me Licia ("maoooo") ed all'inarrivabile Torakiki ("Crande Catto Spanc") dell'odioso Hello Spank.


Ma che ci faccio in un articolo dedicato a Doraemon?

Come mai allora mi sono sciroppato un'ora e mezza di film sul gatto pancione venuto dal futuro con la tasca che nemmeno Mary Poppins quando vuol far colpo su qualcuno? Perché la vita a volte ti mette davanti ad una tv a casa di tua sorella,  per errore di sbaglio capita che vai a cliccare sul canale che trasmette il film in questione e dopo aver guardato i primi 5 minuti cambi canale per via di varie vicissitudini e ti prometti di riguardarlo con calma insieme alla famiglia perché ti è sembrato interessante.  
Ed è cosi che qualche sera fa è avvenuto il fattaccio, prima visione a casa Lord Gabo e sensazione di delusione e disperazione che ha cominciato a montare in mesuperata la metà del film; se sperate di guardare questo film con l'animo leggero di chi si vuole fare qualche risata per accompagnare una serata leggera,  cambiate proprio programma e mettete via i pop corn(i) e munitevi di un pacco di fazzoletti.



Doraemon in 3d è quanto di più  fastidioso  e malinconico uno si possa sparare in tv nel suo tempo libero. Nobita il fortunato (si fa per dire) bambino che Doraemon (arrivato dal futuro) deve aiutare a cambiare il suo destino è un bambino che non è possibile non odiare. Durante tutto il film avremo la speranza che riesca ad avere una rivalsa degna su chi lo prende in giro e sulla sfiga che lo perseguita e che lui ininterrottamente alimenta.
Ed invece no!
Almeno non come uno sano di mente se lo aspetterebbe, questo film è permeato della tipica tragedia giapponese che imperversa l'animo di Nobita , è basato sulla sua autocommiserazione e sulla sua sensazione di non riuscire mai a portare a termine qualcosa di positivo, tanto mai a conquistare la bella Shizuke.
Vi ritroverete quindi dopo i sorrisi iniziali ad avere il magone e nonostante alcune trovate divertenti ed i viaggi spazi temporali non vedrete l'ora di arrivare alla conclusione della storia sperando in un lieto fine, che per fortuna arriva facendovi abbracciare qualsiasi cosa abbiate intorno a voi versando anche qualche lacrimuccia di felicità. Doraemon tecnicamente è ben fatto, un vero piacere guardare una trasposizione così moderna e non nascondo la speranza che possano uscire altri film di questo tipo dedicati alle serie animate che hanno fatto crescere sani e forti tanti ragazzi.

venerdì 1 gennaio 2016

150 Baiocchi per un Controller? Forse non sono poi così tanti..

150 Baiocchi per un Controller? Forse non sono poi così tanti..



Siete alla ricerca di un controller Elite per Xbox One e non riuscite a trovarne uno? A quanto pare non siete gli unici esaltati che preferiscono sborsare 150 baiocchi (moneta ufficiale della Uriel's Cave) per un joypad che è letteralmente andato a ruba dappertutto. 
Microsoft, che si è trovata spiazzata di fronte all'ingente richiesta, ha confermato alla stampa di aver inviato un nuovo stock di periferiche ai rivenditori ed ha rinnovato la volontà di continuare la fornitura ancora per qualche mese, almeno fino a Marzo 2016.
Al momento i controller sono difficili da reperire in quasi tutti gli store a meno che non vogliate acquistare il modello Xbox One Elite con 1 Tb di memoria che ne include uno nella confezione.


Uriel's Cave "Top Top" 2015: Parte 3 (posizioni 5 - 1)

Uriel's Cave Top  2015: Parte 3 (posizioni 5 - 1)

Ultimo capitolo della Top più Top Games giocati alla Uriel's Cave nel 2015



Gentaglia e Cavernicoli come va?
Eccoci finalmente arrivati alle prime 5 posizioni della nostra "TOP TOP" 2015!
Sebbene l'anno sia stato davvero povero per quanto riguarda le nostre risorse economiche, da vere volpi dell'intrattenimento videoludico, con tecniche sopraffine oserei dire siamo comunque riusciti a non farci mancare nulla di quello che avremmo desiderato!
Grazie a PS Plus, Steam, GWG, Emulatori, amici con cui fare collette, escamotage ed altri numeri da funamboli abbiamo avuto il piacere di aver giocato con un bel numero di "tituli".
Ma perchè stare ancora qui a parlare di quanto siamo stati belli e bravi.. "Che squillino i tamburi e si parli di giochi!"

5.  Bioshock Infinite





Il primo Bioshock fu un gioco che adorai per le sue atmosfere e la sua storia, ma soprattutto apprezzai il suo sistema di gioco.
Il secondo capitoli finì per fare da sottobicchiere dopo un paio d'ore di gioco, non perchè fosse un brutto titolo, anzi era esattamente come il primo, ma perchè non aveva ragione di esistere, visto che Bioshock non sentiva la necessità di un seguito.
Per questo motivo, all'uscita sul mercato di Bioshock Infinite (da ora solo BI) feci lo gnorri "ignorrandolo" beatamente.
Solo dopo un paio d'anni in cui ho avuto modo di leggere recensioni entusiastiche qua e là ed ottimi commenti da parte di amici ho deciso di mettere mano al titolo grazie al Game With Gold di mamma MicroSoft.
A grandi linee, cambiano le ambientazioni, passando dalle profondità marine alle nuvole, ma il sistema di gioco resta più o meno lo stesso.
Cosa ha differenziato così tanto BI dal secondo capitolo allora?
A mio avviso a parte una trama visionaria ed interessante, la magia l'hanno fatta i personaggi e soprattutto lei, Elizabeth "l'agnello della columbia", tanto che un amico dello Zio Uriel la definisce come la sua donna ideale, fate un pò voi.
Da avere e giocare!



4.  Street of Rage 2 (Sega Megadrive)





Ma come Uriel? ti definisci giocatore di vecchia data e non avevi ancora giocato a SoR2?
Ebbene si, lo ammetto.
Essendo stato un "nintendaro" all'epoca dei 16 bit non ebbi mai la fortuna di giocare alla saga di Street of Rage, e purtroppo nemmeno il buon Nicola (e questo è un colpo di scena) lo aveva nella sua rinomata collezione di giochi Sega.
Ma ecco che grazie ad un emulatore con supporto "netplay" che il sottoscritto ed il Gabo si sono ritrovati a giocare uno dei migliori "picchiaduro" a scorrimento appartenenti all'epoca d'oro del videogame!
Grafica di altissimo livello per i tempi (sebbene inferiore a quella del capitolo successivo) e tutto il divertimento dei "picchia picchia" a scorrimento di una volta!
Da giocare in 2 possibilmente sullo stesso divano per riscoprire le sane abitudini del videogiocatore sanguigno, utile per non perdere le tradizioni dello spalla spalla e dell'incitamento al combattimento.




3. The Walking Dead Season 2


Di materiale su The Walking Dead ne è uscito tanto in questi ultimi anni.
Se avete letto il fumetto sapete già quanto la serie non sia che una misera ombra di quello che la mente di Kirkman ha prodotto.
La serie di avventure grafiche di Telltales game invece è qualche cosa di "ecceziunale veramente".
Sebbene leggermente inferiore a mio avviso alla prima stagione, ma semplicemente perchè non si ripresenta (giustamente) un legame come quello tra Lee e Clem.
Inserita in una delle uscite della IGC del Plus, questo capitolo come tutte le produzioni TellTales pecca soprattutto di una cosa, ovvero la mancanza della localizzazione in lingua italiana (uscita solo per la prima stagione di WD), cosa che da molto fastidio visto il genere di appartenenza e pensando al fatto che ormai anche il più infimo degli indie tende ad essere localizzato.
Ma anche se lo Zio Uriel si destreggia egregiamente con la lingua di Albione, in alcune situazioni il gioco richiede delle rapide scelte durante i dialoghi e può capitare di non riuscire a rispondere correttamente a causa della fretta.
Un consiglio, recuperatelo su PC per cui esistono delle ottime traduzioni amatoriali.




2. Valiant Hearts: The Great War


L’ho già detto nella posizione precedente, ci sono giochi in grado di divertire e farti passare il tempo, altri di stupire. Poi ci sono quei giochi che trascendono il media e ti raccontano una storia che ti entra dentro.
Valiant Heart, dietro la sua grafica "fumettosa", riesce a trasmettere tutti gli orrori di una guerra (fornendo numerose informazioni storiche sul primo conflitto mondiale) e riesce a lasciare il giocatore con le lacrime agli occhi alla fine del suo viaggio. Il gioco è stato giocato sia su Ps4 che Xbox One (è disponibile per svariate piattaforme) ed è il tipico esempio nel quale non è la grafica a definire il valore di un gioco.
Questo titolo ci ha fatto rispolverare alcuni vecchi libri per ristudiare un po' della storia che non andrebbe mai dimenticata.
Un gioco da avere visto che si trova anche a prezzi stracciati.
P.S.
Non potrete non amare il cane





1. Fallout 4


Potremo sembrare banali, mettere Fallout4, con tutti i suoi difetti in prima posizione o avremmo fatto meglio a fare i radical chic del web e spalare merda visto che va tanto di moda?
Invece, tra tutti i giochi di quest'anno F4 è quello che mi ha preso per più tempo.
Per lo zio Uriel superare le 30 ore di gioco (al momento in cui scrivo) è un avvenimento più unico che raro. E non mi sono ancora stufato. Certo di problemi ce ne sono tanti, a partire dalla grafica non eccezionale fino ai caricamenti troppo lunghi (mai come quelli mitici di Shenmue II per Xbox), ma ancora,  nonostante tutto continuo ad avere voglia di esplorare e continuare a giocare, iniziare una partita per proseguire nella trama e perdermi ad esplorare a caso per vedere che cosa si trova in un determinato punto.
Capolavoro? 
No, non credo, per assurdo ci sono un paio di giochi in questa top che meritano questo aggettivo più del vincitore della stessa.
Però F4 è immenso, appagante.
E visto che la top è mia decido io!




Con questo e tutto siamo arrivati alla fine di questo viaggio!

Voi cavernicoli siete d'accordo con lo Zio Uriel?
No? (Manca the Witcher 3?)

Fatecelo sapere!!!

Stay tuned