"sono quasi
sicuro che se da internet togliessero tutta la pornografia resterebbe un solo
sito chiamato Ridateci i porno", affermazione piena di verità del
grande Dr. Percival Ulisse Cox (tra l’altro prossimamente parlerò anche di
scrubs).
Youporn, Redtube, Brazzers, ancora Youporn e altri millemila
siti.....
Ah, i ragazzi di oggi.
Tutti rigorosamente connessi ad internet. Tutti (quasi),
muniti di connessione internet veloce (o finto veloce).
Al primo accenno di prurito, aprono il browser e gli basta
scrivere un “donne nute” per avere accesso a gozzilioni di contenuti più (molto
più) o meno espliciti.
Video, foto, giochini zozzi. Nell’era della comunicazione digitale si trova
di tutto, gratis.
E soprattutto basta un click nella totale intimità della propria cameretta o del bagno.
E soprattutto basta un click nella totale intimità della propria cameretta o del bagno.
Prova ne fu un paio di anni fa, una mia cugina, mi porta il pc del figlio, all’epoca
credo undicenne o giu di li, dato che quest'ultimo gli diceva che andava male ed
era lento.
Mentre gli do una rapida sistemata, l’occhio cade su un
collegamento, l’icona sul desktop era rosa shocking, il gioco si chiamava tipo Erotic empire o giù di li.
“guarda che ho visto il giochino che hai installato, e se lo
vede tua mamma? Se gli faccio vedere la cronologia?”, dico ridendo al ragazzino, che di tutta risposta nega e
diventa rosso.
Proprio facile ora.
Smaila e le ragazze cin-cin |
Ma ai tempi che furono?
Nel pornozoico le cose erano ben diverse, soddisfare le
proprio “curiosità” era una sfida fatta di mille insidie, che i giovani d’oggi
memmeno possono immaginare….
In primis, le tv cosa ci proponevano?
Ci fu un tempo in cui nelle tv private girava qualche
programma adatto alle esigenze.
Sempre in tarda notte sui vari italia7, Odeon tv e soci, se
si era tanto fortunati da poterli vedere, si potevano trovare programmi come “Colpo
Grosso” del grande Umberto Smaila, o altri dove giravano filmatini con tette al
vento e qualche culo.
Oppure le sexy commedie all’italiana con la tanta Edwige
Fenech.
Scena ad alto contenuto Hard per gli standard dell'epoca |
Che dire, a parte il livello molto soft dei di quello che si trovava, in pochi avevano la tv in
camera, e non era certo consigliabile andare alla tv della cucina per certe
visioni.
Poi i vari programmino sparirono, rimpiazzati sempre in
tarda ora dalle pubblicità (che credo facciano ancora) dei telefoni erotici a
pagamento.
Per una parte della mia generazione le parole “chiamaaaaa chiamaaaaa” sono ancora adesso la massima espressione del piacere femminile.
Alcuni di noi invece, ampliavano il loro bagaglio culturale con i cataloghi Postalmarket e Vestro e le loro sezioni di intimo femminile, che i genitori finivano sempre per cercare e non trovare mai.
Come si può sintetizzare? Ci bastava un capezzolo,
possibilmente non quello di zio peloso al mare, per essere felici!
la parte più letta del catalogo postalmarket |
Ma se uno voleva di più?
Allora li il gioco si faceva per veri duri.
Tendenzialmente questa fase coincideva con l’ingresso nelle
superiori (chi più, chi meno).
Puntualmente si trovava (ma immagino sia così anche ora), il
coetaneo fighetto sborone, magari anche
abbastanza apprezzato dall’altro sesso, che si vantava di averne passate più di
Rocco Siffredi (qui potrebbe esserci un anacronismo, non ricordo se 19 anni fa
il nostro orgoglio nazionale già era in attività), c’era anche chi alle volte ingenuamente
gli credeva, vedendo come interagiva con le ragazze.
Anche tu volevi di più, e se non potevi materialmente (per
giusti limiti anagrafici, non solo tuoi ma anche delle potenziali partner),
come fare?
C’era una salvezza. L’oasi nel deserto.
L’edicola. E il suo scaffale di materiale vietato ai minori.
In edicola avevi due opzioni, quella relativamente facile e
quella quella difficile.
Solitamente le edicole di questo tipo ai tempi avevano una zona hard (seminascosta o agli occhi di tutti) |
come vedete erano gli approfondimenti sulla tv a far vendere |
La prima era comprare “Teletutto”.
Teletutto, per chi non la conoscesse era (o è, non so se la
fanno ancora), una guida tv settimanale molto particolare. In copertina, e al
suo interno era piena di foto di donnine, più o meno famose dal seminudo al
nudo, con annessi articolini che nessuno leggeva mai. La leggenda narra che
alla fine ci fosse pure la guida ai programmi tv, ma nessuno è mai arrivato a
leggerli per poter confermare la cosa.
Teletutto era abbastanza facile da comprare vista la sua
natura di guida tv.
La via difficile era quella che dovevi affrontare se volevi
di più.
La sfida normalmente passava per queste fasi:
1.
Decisione di comprare la rivista hard altrimenti
chiamata giornalino porno
2.
Raccolta dei fondi necessari: le voglie
costavano parecchio e spesso visto lo sforzo si tendeva a cercare di comprarne
una buona scorta che durasse per un po.
3.
Raggiungimento dell’edicola: eravamo spesso e
volentieri a piedi e la strada da fare per andare e soprattutto per tornare con
il bottino era sempre troppa, non si poteva andare dall’edicolante sotto casa, che ti vede
tutti i giorni, e sporcare la tua immagine
4.
Identificare l’edicolante: se trovavi una donna,
giovane o vecchia che fosse desistevi immediatamente
5.
Raggiungimento della zona hard: sapevi già dov’era,
avevi studiato il posto nel dettaglio da giorni entrando in edicola facendo
finta di essere interessato anche alle riviste di ricamo pur di capire dove l’edicolante
li tenesse
6.
Il momento della vergogna la fase della scelta: eri
arrivato fino li, avevi i soldi, ma non potevi
permetterti sbagliare la scelta. Dovevi essere sicuro di dove investirli. Gli ormoni
ti avrebbero fatto prendere tutto. Il portafoglio se ti diceva bene ti avrebbe
permesso 2, al massimo tre riviste, oppure una sola con videocassetta (se eri
fortunato di avere un videoregistratore tutto per te). Il tempo passava e
sentivi gli occhi di tutti addosso a te, anche se non c’era nessuno.
7.
La prova suprema andare alla cassa: avevi
scelto, li avevi in mano, pregustavi il resto della serata. Ma ancora dovevi
pagare. Arrivi dall’edicolante, gli consegni il bottino cercando di evitare il
suo sguardo (la scena della testa al contrario nell’esorcista è stata ispirata
da un quattordicenne intento a comprare una copia di “signore molto viziose”). Erano
attimi che duravano ore. “Sono 15.000”. era fatta! Se l’edicolante
aveva buon cuore te li metteva anche in una busta. Se invece era stronzo potevi
sentire le parole “ma li tieni diciott’anni?”.
Infame. Lui sapeva la risposta. Tu diventavi rosso, non sapevi che
rispondergli. I più temerari dicevano “non
sono per me”. Poteva finire in due modi: lui si gustava il suo momento di
bastardaggine e te li dava ugualmente, oppure ti diceva “mi dispiace sono vietati ai minori, non posso venderteli”. Rischiavi
di tornare a casa a mani vuote. Pieno di vergogna.
Molti desistevano prima. Perdevano le forze prima della
battaglia. Si davano per sconfitti da subito.
Poi c’erano anche quei pochi, quelli che andavano,
compravano senza nessun problema. Che rivista in mano ti dicevano, “beh io vado in bagno”.
Quindi gente meditate.
Giovani, voi che se volete potete trovare in 30 secondi un
porno con i nani svedesi, non dimenticate le terribili prove che hanno dovuto
affrontare i vostri avi, per farvi avere tutto questo.
UNA MASSA DI ASSATANATI E ALLUPATI
Alla prossima su Storie di vita vissuta
Fiero di aver vissuto anche questo. Temprati dal tempo e dalle intemperie presentarsi in edicola per comprare riviste osé (!) era impresa degna di un cuore impavido pronto ad affrontare il drago nella sua caverna. Hai dimenticato di citare i manga hentai, forse più facili da comprare in quanto molte volte le copertine erano meno sospette!
RispondiEliminaInoltre mi chiedo cosa sia davvero arduo per i giovani d'oggi, e qui spero che qualcuno mi illumini là fuori nel mare di internet. Oltre al porno, che dire delle telefonate a casa della ragazza che ti interessava o delle lettere delle quali prontamente diventavi con certezza portatore di merda sulla faccia per l'eternità!?
RispondiEliminaIo ricordo anche quando non si aveva proprio la possibilità di entrare in edicola ed affrontare le ardue prove (tipo perchè se abiti in un paese di 1.900 anime come il mio e ci si conosce tutti ed in più l'edicolante dell'unica edicola presente nel paese è tua madrina, capirete il livello di difficoltà mio personale) si mandava lo scemo del paese a comprare il tanto agognato "giornaletto"! Lo scemo del paese in genere è un sempliciotto che ha già abbondantemente superato la trentina d'anni ma continua a girare con la vespa perchè non è mai riuscito a fare meno di 20 errori al test per la patente. Lavora come giardiniere ed in genere alle 16:30 è già in giro per i bar, sai benissimo dove trovarlo e lui sa benissimo cosa vai cercando quando gli chiedi "un favore" e tu sai benissimo che lui ti farà la cresta sul prezzo del giornaletto che comprerà in edicola, quindi le 5.000 lire che avevi risparmiato in anni di sacrifici e magari anche facendo colletta con gli amici non basteranno, ce ne vorranno almeno 5.500, questo era il dazio da pagare per avere in mano il santo graal dei pippaioli 12enni! Lui è amico dell'edicolante, non deve affrontare tutte le prove di coraggio sopra citate, e tu lo guardi con invidia fuori dalla vetrina mentre con il sorriso paga alla cassa quel che gli avevi commissionato! Una volta recuperato il tesoro veniva avvolto in un celofan (come Gesù nella sacra Sindone) e nascosto nella capanna in mezzo ai monti vicino casa, e proprio come la Sindone, sul celofan dopo alcuni mesi, causa la muffa che si formava nei mesi estivi, rimaneva impressa la copertina del giornaletto come un marchio indelebile per ricordare a tutti noi la scoperta di questo magico mondo dei purnazz!!
RispondiEliminaOnore a te fratello Andy, e alle fatiche che hai dovuto affrontare
Eliminahahahaha Grazie Uriel, è stata dura ma alla fine lo spippettamento da purnazz lo ricordo con affetto!
EliminaChe commento!!! Cinque stelle lusso! Meriteresti un posto come recensore nella grotta !
RispondiEliminai ricordi affioravano man mano che pigiavo i tasti...sono arrivato quasi alle lacrime per l'emozione!
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