giovedì 16 ottobre 2014

Storie di vita vissuta: Ciò che è morto non muoia mai

Cari cavernicoli come va?


stamattina andando al lavoro, immerso nel consueto caos della Pontina, e mentre smanettavo con l’autoradio cercando sulla chiavetta usb “The Game” dei Motorhead, mi è caduto l’occhio sulla fessura del lettore cd.





E che c’è di strano direte voi?
Nulla, a parte il fatto che non l’ho mai cagato di striscio, ma in in quel momento mi è tornato in mente quando, ormai una decina di anni fa, con la mia prima auto, una Peugeot 106, giravo per l’Italia facendo interventi.


Anche in quell’auto c’era un autoradio con lettore cd (ovviamente senza supporto per usb ne lettore mp3 da cd).

La differenza rispetto ad ora è che in quell’auto con me c’era sempre un porta cd ricco di dischi pronti ad essere inseriti ed ascoltati durante i miei viaggi, quando come spesso accadeva, attraversavo posti dove tutte le emittenti si spegnevano, tutte eccetto ovviamente la divinamente potente Radio Maria .

Dalle compilation create dal sottoscritto agli album completi, i cd erano sempre con me (senza contare il centinaio di dischi che mi portavo dietro per lavoro).

Adesso invece, ho solo la chiavetta usb, quando mi ricordo di portarla (e quando non la svuoto per necessità lavorative).

Il cd nella mia attuale macchina non è mai stato usato, mentre nella vecchia smise di leggere a causa dell’estremo utilizzo.

Così la mia mente ha fatto un altro salto, alle macchine di mio padre, la vecchia Tipo prima, ma anche la Brava dopo (e anche la Marea adesso) provviste della loro bellissima autoradio a cassette, con solo il tasto di avanzamento veloce e riavvolgimento, che dovevi premere insieme per fargli sputare fuori la cassetta.



Mi sono ritrovato a pensare a come in quei tempi in cui spesso i miei si facevano i viaggioni da un capo all’altro della Sardegna per portarmi o riprendermi dal convitto, il cd mi sembrasse il futuro, le autoradio a cd (ma anche cd portatili) con i loro 3/5 secondi di antishock, i loro caricatori da 10/20 dischi da mettere nel bagagliaio erano cose per ricconi, mentre ora i (pochi) cd li ho a casa nella mia piccola collezione di musica (e mi guardo bene dall’usarli anche li, per casa ci sono i Flac), per lavoro ne ho solo un paio per situazioni di disastri estremi su vecchi impianti, e nemmeno mi ricordo più da quanto è che non faccio un installazione da cd.



Rifletto allora, su come il mio futuro sia diventato ormai il passato, e quante cose che mi sembrano recentissime, alle soglie del 2015 seppur non avendo le macchine volanti, i volo pattini e i cartelloni pubblicitari olografici dello squalo 19, siano ormai obsolete.

Vi racconto una cosa.

Dovete sapere che sotto il mio ufficio c’è un mercatino dell’usato (che ormai ha prezzi spropositati, probabilmente si sentono un po l'american jewelry and loan, ma questo è un altro discorso), e a volte nelle pause pranzo vado a farci un giretto.

Qualche tempo fa, c’erano due bambini di una decina d’anni, che probabilmente aspettavano il parente che stava facendo li acquisti e davanti ad un vecchio stereo a cassette “portatile” multi piastra dissero “è quello che usavano i vecchi prima per ascoltare la musica”.

Giuro non sto esagerando, ne inventando.
Quei bambini hanno avuto la stessa reazione che avrei avuto probabilmente io trovandomi alla loro età davanti ad un grammofono.



Citando di nuovo ritorno al futuro mi sono sentito come Marty e i ragazzini del 2015 schifati da Wild Gunman, solo che io non ho fatto un viaggio nel tempo di 30 anni.

O si?

Penso ai 14enni dei miei tempi, che combattevano in casa per avere un motorino, e a quelli di oggi che lo fanno per uno smartphone.

E come questa cosa sia indice di quanto siano mutate le necessità e mentre allora per essere “connesso” al tuo gruppo dovevi spostarti fisicamente, ora per farlo bisogna poter essere  raggiungibile sempre e comunque tramite internet.

E allora nonostante tante cose siano cambiate e con esse anche noi che siamo cresciuti in tempi molto più analogici di adesso ci siamo adattati, voglio chiudere citando il motto della casata dei Greyjoy che ho usato come titolo:

Ciò che è morto non muoia mai



Alla prossima cavernicoli

Uriel


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