mercoledì 4 gennaio 2017

Storie di Wrestling ep3: Underground Italia (con piccolo sfogo e pubblicità annesse)

Gentaglia e cavernicli come va?

Terzo giorno di fila scrivendo sulla grotta.

Sarà che questo nuovo anno mi ha ricaricato le batterie, o che con l’avvicinarsi dell’operazione inizio a vedere la luce in fondo al tunnel.

Oggi mi va di parlare di wrestling, ma non di quello “Mainstream”, della WWE, della NJPW o ROH che sia.

Voglio parlare di quel movimento di persone che si muovono nell’ambiente, in scenari come quello italiano in cui la disciplina è vista come un abracacadabra, con reazioni da parte della massa che spesso e volentieri sono un misto tra la perculata e la pernacchia.








Più di una volta, al mio “faccio wrestling” la gente ha risposto con una risata, pur in momenti in cui la mia condizione fisica era ottima e senza sapere come, con chi, o dove lo facevo.
Nella migliore delle ipotesi può arrivare il “si vabbè ma tanto è tutto finto”.

Di esempi da citare ne avrei parecchi.

Come quei pochi che ci hanno seguito (e spero riprendano a farlo) sanno, anche il sottoscritto fa parte (o ha fatto parte) di questo mondo, iniziando ormai 5 anni fa.







Cosa spinge qualcuno a fare wrestling?
La risposta è semplice, passione per la disciplina.

Gli overtrentenni come me si ricorderanno sicuramente gli incontri trasmessi in tv commentati dal mitico Dan Peterson o dal grande Antonio Fusaro, quelli della WWF, con i vari Hogan, Ultimate Warrior, Flair ecc.






Mentre i più giovani hanno vissuto il ritorno di fiamma degli anni 2000, gli anni di Smackdown su Italia 1, il popolo di John Cena, Rey Misterio e del compianto Eddy Guerrero.
Alcuni ovviamente crescendo hanno abbandonato per i più disparati motivi.
Altri invece hanno continuato a seguire questa passione, chi solamente da spettatore (ed il web ha aiutato non poco), altri come pionieri di quella che adesso è una disciplina che inizia ritagliarsi uno spazio come realtà in Italia.

Non si può parlare di wrestling in Italia e non citare la ICW, vera capostipite delle federazioni italiane, o anche della WIVA, realtà che sono riuscite orami con lavoro duro, serietà e qualità ad imporsi e farsi conoscere anche fuori, non solo dalle loro aree geografiche, ma anche al di fuori della penisola, con atleti che si sono fatti notare e militano o hanno militato anche nelle più importanti federazioni mondiali.

E molte altre sono le federazioni che già esistono o che stanno nascendo negli ultimi anni e che propongono spettacoli di ottimo livello (quasi tutte almeno), e perdonatemi non posso citarle tutte.
Come detto all’inizio parliamo di una disciplina, di uno spettacolo, con cui la maggior parte della gente in Italia parte prevenuta, viene da se che per affrontare questa situazione di base bisogna offrire un prodotto solido.

Ho prima parlato di lavoro duro, serietà e qualità, alle quali aggiungerei anche conoscenza della materia, passione e voglia di fare.

Perché sia chi organizza sia chi fisicamente poi partecipa allo spettacolo deve avere (o dovrebbe avere) in mente e rispettare queste cose.

Anche perché come in tutti gli spettacoli, che siano gratuiti o a pagamento (o offerta libera che sia), non ci si può presentare vendendo merda spacciandola per nutella, o peggio ancora vendendo merda, spacciandola per nutella convinti che sia nutella (o quantomeno Nutcao o qualcuna di quelle marche li).

Si deve pur con l’ovvia conoscenza dei propri limiti lavorare con la massima serietà, altrimenti si rischia di fare danni non solo alla propria immagine (ma ai “venditori di nutella” di questo poco importa), ma anche a quella di chi fa o vuole fare queste cose seriamente, che sia un’altra federazione, che quando passerà dopo verrà etichettata come venditrice di merda da chi è già rimasto scottato, o il ragazzo con tanta voglia di fare, magari anche con ottimo potenziale,  che rischia l’infortunio per non essersi allenato a dovere o che comunque brucia il suo tempo.

La passione è quella che guida chiunque faccia wrestling, dal lottatore all’organizzatore, passando per l’arbitro o chi si occupa di luci e musica.

La passione è quella che ha portato me ed alcuni miei amici ad intraprendere questa avventura, a scoraggiarci quando ci si è andati a scontrare contro dei muri di gomma, ed è quella che ancora nonostante la mia situazione fisica attuale,  mi spinge a voler lavorare duro per tornare in forma, tornare sul ring e dimostrare che posso fare ancora qualcosa di buon livello (e aggiungerei anche un pappappero ).

Nel frattempo il 29 Gennaio giornata in cui ci sarà anche la Royal Rumble della WWE , sarò ad Anagni a vedere proprio una di quelle nuove realtà a cui accennavo prima, che fanno della qualità, organizzativa ed in ring, il loro punto forte.

La IWA già dal suo primo spettacolo ha saputo impressionare per la qualità portata sul ring tanto da poter essere vista a breve worldwide su powerbomb.tv (scusaseèpoc!)

Se siete da quelle parti, nelle vicinanze, o avete voglia di farvi una macchinata per vedere del buon wrestling vi consiglio di venire a vedere la  IWA e la sua “Battaglia d’inverno”.






Lo Zio Uriel e il buon Marcus Clay saranno li dalla mattina, per partecipare allo stage curato dal grande Dave Blasco, anche se il sottoscritto sarà sicuramente in stampelle e quindi costretto a rubare solo con gli occhi.

Dalle 18:30 poi ci sarà lo show vero e proprio (di cui, tempo permettendo farò il report su queste pagine), e noi saremo ovviamente in prima fila.

E anche per oggi è tutto!
Come sempre Lo Zio Uriel vi Saluta!
Stay Tuned




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