Gentaglia e cavernicoli come va?
Oggi voglio raccontarvi del ritorno dello zio Uriel
sui campi da calcetto dopo quasi 10 mesi di inattività (e comunque quasi due
anni senza allenamenti veri).
Una settimanella fa il Drugo mi scrive dicendomi “bella
Uriel ce la facciamo una partitella?”.
Ci penso un pò e combattuto tra il “ancora forse è presto” ed il
“muoio dalla voglia di giocare”, alla fine non resisto e do al Drugo la mia
conferma.
Ieri è stato il fatidico giorno, ecco com’è andata
Ore: 09:00
Arrivo in ufficio, e iniziano ad arrivarmi messaggi
di gente che mi chiede conferma della partita di stasera. Messaggi che io
ovviamente devo girare a chi ha organizzato.
Ore 11:00
Partita confermata, ma ovviamente due elementi
mancano all’appello.
Uriel come se fa?
Mega giro di telefonate, ed ecco che pesco due volontari
pronti a sostituire gli assenti.
Ore 13:00
Mi rendo conto di un amara verità.
Non ho più attrezzatura.
I miei scarpini sono spariti chissà dove ai nostri
vecchi campi(magari inculate da qualcuno) , le ciabatte per la doccia mangiate
dal bassotto, il borsone rotto, tutte le magliette da calcio sparite, e sono
pure senza calzettoni e pantaloncini.
Mi lancio quindi durante la pausa pranzo per i vari
cinesi e negozi di scarpe per recuperare il possibile.
Niente da fare non si trova nulla. Sono costretto ad
andare ad Aprilia 2 appena esco da lavoro.
Ore 16.45
Mi ricordo che dovrei fare anche pesi, altrimenti
nemmeno questa settimana riesco a fare i 4 giorni previsti.
E con la caccia dell’attrezzatura necessaria, so di
non fare mai in tempo.
Chiedo al volo un permesso di un’ora.
Accettato, subito fuori e mi lancio nel centro
commerciale, dove riesco solo a trovare calzettoni e scarpe.
Ore 19.30
Finito di fare pesi recupero quindi il vecchio
borsone rotto, ci butto una magliettaccia, l’accappatoio di capitan America, il
cambio, e visto che i pantaloncini me li porta Drugo, mi mancano solo le
ciabatte.
Guardo i parastinchi, come i resti dell’armatura di
un antico guerriero, e decido che ancora non è il momento di rindossarli.
Parto alla ricerca delle ciabatte da doccia dai
cinesi
Ore 20:00
Mi rendo conto che non ci sono più i cinesi di una
volta, sono già tutti chiusi, tento l’ultimo, e lo vedo che sta abbassando le
serrande.
Lo imploro, ed ecco che riesco ad avere le mie ciabatte!
Sono finalmente pronto, almeno per quanto riguarda
il guardaroba!
Ore 20:15
Non conosco il campo, ho appuntamento con Pietro
degli FC69, appuntamento davanti al liceo, peccato che non sappia dove sia
nemmeno quello.
So l’indirizzo, ma il navigatore mi fa fare il giro
turistico di Aprilia.
Finalmente riesco a trovare i ragazzi.
Ore 20:30
Finalmente arrivo al campo!
Pronto vado a prendere il borsone in macchina ma…
L’ho dimenticato a casa!
Per mia fortuna mi ero messo in tuta avevo lasciato
le scarpe nuove e i calzettoni in macchina.
Tenuta da calcetto di Uriel:
Magliettina celeste scolorita di capitan america
ultra larga.
Pantaloni di tuta larghissimi che puntualmente mi
finivano sotto le scarpe
Almeno avevo pantaloni e scarpe da calcetto!
Ore 21:00
Inizia il riscaldamento, e lo zio Uriel inizia a
zompettare per il campo, le gambe sembrerebbero rispondere bene, non sento
particolari dolori.
Ore 21:10
Calcio d’inizio. Essendo conscio della mia ancora scarsa
mobilità e preparazione (ho ricominciato a correre da poco più di 15 giorni) mi
piazzo al centro della difesa, spazzando come il più ignorante dei centrali.
Ore 21:30
A causa del collage di persone che compongono la mia
squadra saltano posizioni e schemi. Andiamo sotto di 5 goal.
Inizio ad andare in debito d’ossigeno, e vedere
intorno al campo gli angeli e la santissima trinità a intonare cori, so che non
dovrebbero essere li perché sono soggetti a daspo di gruppo per cori di
discriminazione territoriale.
Ore 21:40
Come nelle più classiche partite da giardinetti
pubblici si proceda al “mischiamo le squadre che sono squlibrate”
Ore 21:45
Ore 22:00
Standing Ovation dei Santi per l’uscita dal campo di
Uriel che va a posizionarsi in porta, in tempo per prende un goal all’incrocio
dalla trequarti ed effettuare un miracolo che nemmeno Gesù che tra l’altro era
appena arrivato in tribuna d’onore.
Ore 22:15
La partita termina quando la testa di Fabio si schianta
contro la pancia del Drugo, con conseguente paralisi temporanea del primo.
Termina così, con lo zio Uriel che continua con la
sua striscia di astinenza da goal che dura ormai dal calcio fiorentino, ma in
piedi e quindi soddisfattissimo visto che citando Rocky il suo obbiettivo era:
“se io riesco a reggere alla distanza, e se quando
suona l'ultimo gong io sono ancora in piedi...”
Non ci sono più i cinesi di una volta!
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