Era da un po che avevo voglia di scrivere
Ho abbandonato il blog di colpo senza
spiegazioni.
Troppe cose da fare, e troppo poco tempo,
il lavoro, la casa, l’università con cui non riesco ad ingranare,
i miei tentativi di rimettermi in forma, due libri che sto scrivendo in attesa
di essere ripresi, il sito della TWA, e mille altre cose…
Avevo già parlato del tempo maledetto, che anche se lo ricorda non è tempio maledetto attenzione, visto che alla fine anche Indiana Jones è stato
sconfitto dal tempo maledetto.
Ieri (se pubblicherò oggi 11/03) mi sono
risentito col Gabo, era un po’ che non ci beccavamo.
la cosa peggiore del tempo adesso ,è che
alle volte passano mesi senza che tu nemmeno te ne accorga, e così magari ti
ritrovi a dire ”devo scrivere sul blog. appena ho 5 minuti lo faccio” oppure
“devo scrivere/rispondere al Gabo/a Max/ all’amico x, appena scendo dalla
macchina lo faccio” ma quando poi ti ricordi di farlo sono passati giorni, se
non settimane o mesi.
Si parlava ieri di gioventù.
Di quanto era bello (e dico volutamente
bello perché figo secondo me sminuisce la cosa) quando eravamo ragazzini.
Questo blog era nato anche per quello,
avere un posto dove lasciare i ricordi, oltre che parlare di cose che ci
interessano.
E quindi oggi niente videogiochi, niente
wrestling o altri cazzi, solo ricordi, e pensieri
Tempo che passa, cazzo, alle volte mi
trovo a ricordare cose a cui non penso da una vita, cose che nonostante un
tempo fossero routine oggi sono sepolte in un angolino della mente.
È un po’ come se oggi mi dimenticassi
improvvisamente che guido tutte le mattine per lavorare, mi sembra impossibile,
ma eppure con cose abitudinarie di qualche lustro fa è proprio cosi
E quindi trovo stranissimo ripensare a
quando alle 08:15 suonava la prima campana a scuola, e ancora più sorprendente
ricordare la seconda 5 minuti dopo, e come ovviamente si restasse fuori fino
all’ultimo minuto facendo incazzare le bidelle.
Piccole cose ti riportano indietro, e
ripensi con affetto proprio a quelle bidelle, che hai torturato ai tempi, ai
rientri pomeridiani per gli esperti, a quelle partite a pallavolo che facevi ad
educazione fisica perché stavi in una classe prevalentemente femminile.
Pensare a come, dopo quell’ultima lezione
di educazione fisica una partita a pallavolo non l’hai più fatta (forse
qualcosa in spiaggia, ma pallavolo “seria” nulla).
Pensi ad anni fa quando ancora le estati
ti duravano una vita, a quando chiedevo il permesso in convitto per uscire di
pomeriggio e dopo scuola si prendeva l’autobus con il Gabo e si andava da lui,
pranzo alla Palma d’Oro con cotoletta + patatine e annessi ketchup e maionese,
poi a cazzeggiare sul pc (cos’era quello alla Palma un pentium 133 mmx?)
Pensi a tua madre che adesso non c'è più,
e a quando quasi tutte le sere ti telefonava, perché o in convitto o per
università, tu stavi fuori casa, e ti rendi conto di come fai fatica a ricordare
la sua voce dopo quasi 12 anni.
Ricordi gli amici, a cui eri legatissimo, quelli con cui eri certo non avresti perso i
rapporti, anche quando ti dicevano “guarda che finite le superiori te ne rimarranno
pochissimi”, ma tu ti dicevi che non sarebbe stato così, ma poi gli anni, la
vita, nonostante tu ci abbia provato ti hanno smentito, ed ecco che fai fatica
anche solo a vedere il tuo migliore amico che vive a 15 minuti da casa tua.
E quegli amici ti mancano, con la mente
incastrata li a quasi 15 anni fa, come se avessi premuto il tasto di pausa, ti
viene voglia di tornare, come se magicamente tutto ripartisse da quel momento
anche se sai che così non potrà mai essere.
Già.. 15 anni fa in questi giorni si
avvicinava la maturità, non ce ne rendevamo conto, ma si stava avvicinando la
fine di un era.
Tra chi dopo poco si sarebbe sposato,
quelli che sulle ali di grandi progetti partivano per lavoro o università, o
quelli che in tempi lontani da facebook, da opzioni telefoniche che ti
permettevano di chiamare senza grossi pensieri semplicemente cambiavano numero
e sparivano.
Allora dopo 15 anni, nonostante un lavoro che generalmente ti piace, e una vita sicuramente non
insoddisfacente, ti rendi conto che è comunque giusto ripensare con nostalgia a
quei tempi, a quegli amici, perché nessuno, a parte gli 883 che con “Gli anni”
ci avevano provato, ti aveva avvisato
che quelle giornate, quella vita non le avresti più trovate.
Ovviamente pubblico questo post in
ritardo, ieri non sono riuscito ad accendere il pc quando sono rientrato.
Ho deciso che voglio riprendere a scrivere
sul blog, magari non tutti i giorni, e chissà, magari per un po dedicarmi ai
ricordi, non sia mai che tra 15 anni rileggerò queste pagine e mi faranno
ricordare, di nuovo, cose che avrò dimenticato.
So di avere scritto in modo molto confuso
e disorganizzato, ma ho volutamente lasciato così, esattamente come uscivano
dalla mia testa.
Per oggi lo zio Uriel vi saluta (e saluta
anche te Uriel del futuro)